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Restyling del Centro Civico Buranello a Genova Sampierdarena
  • Restyling del Centro Civico Buranello a Genova Sampierdarena

  • Restyling del Centro Civico Buranello
    Concorso di idee: progetto vincitore. Progetto preliminare, progetto definitivo.

    Localizzazione: Genova Sampierdarena
    Anno: 2016-2017
    Progettisti: Concorso di idee: SPLACE (Antonio Lavarello, Andrea Bosio, Giacomo Cassinelli). Progetto preliminare e definitivo: SPLACE con biundici (Lucia Picasso, Francesco Testa, Elisa Torti)
    Strutture: biundici
    Impianti Elettrici: biundici
    Impianti Meccanici: biundici
    Immagini: Filippo Fanciotti
    Geologo: Michele Ricci

    Nel 2016 il progetto presentato dal collettivo SPLACE, composto da Andrea Bosio, Antonio Lavarello e Giacomo Cassinelli vince il concorso indetto dal Comune di Genova per il restyling del Centro Civico Buranello a Sampierdarena. Successivamente la riqualificazione del CCBUR viene inserita nel novero di interventi proposti dal Comune nell'ambito della partecipazione al Bando Periferie indetto dal Governo e SPLACE viene incaricato dal Comune della progettazione preliminare (svolta insieme allo studio biundici). Il progetto, insieme agli altri interventi proposti dal Comune di Genova ottiene il finanziamento nazionale, e nel 2017 SPLACE e biundici in raggruppamento temporaneo vengono incaricati della progettazione definitiva da parte di Sviluppo Genova, società partecipata del Comune affidataria del coordinamento dei progetti vincitori del Bando Periferie.

    Gli interventi proposti dal progetto nascono dall'analisi delle potenzialità e dei problemi dell'edificio che ospita il CCBUR.
    In primo luogo è importante sottolineare la complessità funzionale e sociale di tale edificio. Esso accoglie non solo le varie e numerose attività e funzioni (uffici, auditorium, spazi espositivi, laboratori, spazi didattici, spazi sportivi) connesse al Centro Civico vero e proprio, ma anche soggetti amministrativamente diversi, come la Biblioteca Gallino e l'Istituto Scolastico Nicolò Barabino e persino una sottostazione elettrica dell'azienda di trasporti pubblici AMT.
    Tale situazione ha suggerito di produrre un progetto fondato su una strategia sistemica, intervenendo a più scale e a più livelli. L'insieme degli interventi comprende la trasformazione radicale di alcune parti dell'edificio, in particolare la galleria centrale al piano terra e gli spazi in copertura, piccole modifiche in altre parti, come l'allestimento dell'auditorium e la messa a punto di un sistema di segnaletica interna, operazioni di manutenzione straordinaria e ordinaria in altre ancora, per esempio nel caso delle facciate e dell'illuminazione interna ed esterna.
    In secondo luogo è possibile individuare un aspetto particolarmente critico dell'attuale situazione del Centro Civico nella qualità delle relazioni che esso intrattiene con il contesto urbano e sociale nel quale è inserito. Si tratta di una questione problematica, ma allo stesso tempo di uno dei temi centrali da cui è possibile ripartire per costruire il futuro del CCBUR. La problematicità a cui si è fatto cenno, ma anche le potenzialità positive, nascono dall'impianto architettonico dell'edificio stesso così come è stato originariamente pensato dai progettisti. Esso è stato progettato attorno ad una sorta di asse viario che lo attraversa completamente, collegando via Buranello con via Daste. Si può supporre che questo percorso inserito nell'edificio sia stato immaginato come una strada, integrata nel tessuto viario di Sampierdarena e capace di portare all'interno del Centro Civico la vita della città e viceversa. Non tutto però è andato secondo le ambizioni che probabilmente animavano il progetto: quello su cui si affaccia il Centro Civico può solo con molta fatica essere considerato come un vero spazio pubblico. Lo sforzo più grande è andato quindi nella direzione di intensificare sia le connessioni tra l'edificio e i suoi spazi esterni, sia quelli tra il complesso del Centro Civico e il resto del quartiere.

    Al fine di migliorare il collegamento visivo e funzionale tra il percorso centrale che attraversa il Centro Civico e i locali che vi si affacciano, si è proposta la demolizione di alcuni setti non strutturali, sostituiti da tamponamenti vetrati. Tutti i nuovi locali ottenuti con questi interventi vengono inoltre dotati di accessi diretti dall'esterno, per incrementarne la flessibilità d'uso e le relazioni con gli spazi aperti. I locali adiacenti il percorso centrale, accoglieranno nuove funzioni che arricchiranno le attività del Centro Civico: atelier a disposizione di artisti, artigiani, grafici, ecc., provenienti dal tessuto sociale locale o giunti da fuori per brevi soggiorni. L'asse centrale diventa così una vera e propria strada, percorsa e attraversata, ricca di vita, fiancheggiata da un edificio altrettanto vivo. Lungo tale percorso si è proposto di sostituire le panchine esistenti con un sistema di sedute scorrevoli su lunghi binari. Tali sedute mobili, realizzate in plastica riciclata e colorate delle tinte che già ora caratterizzano il CCBUR, da una parte rendono la nuova strada flessibile, viva, dinamica, disponibile a configurazioni diverse e a usi variabili nel tempo, dall'altra suggeriscono sul piano estetico che il Centro Civico sia attraversato da un flusso continuo di colori, persone, eventi, attività.
    Attualmente l'ingresso al Centro Civico da via Buranello risulta di difficile individuazione e poco attrattivo. È importante invece che la presenza del CCBUR risulti percepibile dagli spazi pubblici più prossimi e che il Centro appaia come un luogo vivo e attraente. Il progetto prevede quindi la ristrutturazione del voltino di ingresso e l'installazione di alcuni elementi di richiamo visivo e simbolico, colorati in giallo e blu, le tinte che già caratterizzano l'edificio del Centro Civico. Al fine di incrementare la visibilità del Centro Civico nell'ambito di Sampierdarena, favorendone l'integrazione nel tessuto sociale e nel sistema di edifici e servizi pubblici di cui è parte rilevante, il progetto prevede di estendere al resto del quartiere la collocazione degli elementi di richiamo già previsti per le aree esterne e gli ingressi di pertinenza del CCBUR. Il Centro Civico diventa così epicentro di radiazioni positive, che contribuiscono rendere vivo e dinamico il contesto che lo circonda
    La possibilità di riconnettere con efficacia il Centro Civico al tessuto urbano circostante è resa ancor più concreta dall'accordo stipulato dall'Amministrazione Pubblica genovese con RFI per la concessione di sette arcate sottostanti la linea ferroviaria posta tra via Buranello e l'edificio del CCBUR. Tali spazi verranno affidati al Centro Civico Buranello e destinati a varie funzioni che integreranno l'attività del centro. Il presente progetto comprende quindi anche una proposta per la ristrutturazione e rifunzionalizzazione dei voltini ferroviari di pertinenza del CCBUR; ciò potrebbe rappresentare un'esperienza pilota per la trasformazione delle restanti arcate ferroviarie affacciate su via Buranello.
    Al fine di rendere tali spazi agibili e idonei alle nuove destinazioni d'uso è stata individuata una strategia che permetta una buona flessibilità nella gestione degli spazi interni, la reversibilità dell'intervento, l'ispezionabilità delle strutture in muratura delle arcate, l'adattabilità al maggior numero possibile di casi.
    Il progetto prevede la realizzazione, all'interno dei voltini stessi, di moduli abitabili costruiti con tecniche leggere: struttura acciaio, finitura esterna in metallo, uno strato coibente, una finitura interna in pannelli di legno. Le dimensioni di tali moduli consentono la presenza di un'intercapedine percorribile tra gli stessi e le superfici in muratura dei voltini. Tale intercapedine permette anche di assorbire le differenze dimensionali tra i voltini pur utilizzando un modulo standard.

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Riqualificazione Centrale Elettrica di Saumont
  • Riqualificazione Centrale Elettrica di Saumont

  • Riqualificazione della centrale idroelettrica di Saumont
    Incarico diretto.

    Studio di fattibilità, progetto preliminare, definitivo ed esecutivo, direzione artistica.

    Localizzazione: Aosta, località Saumont
    Anno: 2009-2015
    Progettisti: Matteo Lavarello, Antonio Lavarello
    Collaboratori: Enrica Camera, Francesca Cianci, Niccolò Poggesi, Benedetta Vaccari
    Strutture: Aldo Signorelli
    Impianti Elettrici: Antonio Bassi
    Impianti Meccanici: Marco Rivara
    Direzione Lavori: Remigio Nigozo
    Geologo: Roby Vuillermoz
    Fotografie: Andrea Bosio

    L'oggetto dell'incarico di progettazione architettonica era costituito dalla riqualificazione della centrale idroelettrica di Saumont (località del Comune di Aosta) di proprietà della Società Cooperativa Forza e Luce. Lo scopo era quello di restituire decoro all'edificio che ospita l'impianto di produzione a turbina, destinato a rimanere in funzione, e al contempo a rendere la centrale e le aree di pertinenza esterne fruibili per utilizzi diversi da quello industriale, in particolare come piccolo centro espositivo-museale e congressuale. L'area oggetto dell'intervento è gravata dai rischi idrogeologici connessi con la possibile esondazione (già avvenuta in passato) del vicino torrente Buthier, dall'acqua del quale la centrale stessa è alimentata; ciò ha costituito un vincolo importante in fase di progettazione.
    Per il complesso costituito dall'edificio vero e proprio, risalente al 1911, e dal canale di adduzione dell'acqua, di poco successivo e ormai in disuso, in quanto sostituito da una tubazione interrata, è stato previsto un restauro che ne valorizzasse il pregio architettonico e il valore storico.
    Tale valorizzazione ha comportato la demolizione di alcuni fabbricati costruiti in epoche successive, incongrui dal punto di vista estetico e tecnologico rispetto all'edificio principale al quale erano addossati, di scarso valore architettonico e ormai sostanzialmente inutilizzati. Il volume urbanistico corrispondente a tali corpi di fabbrica è stato convertito in un nuovo edificio, indipendente da quello preesistente ma ad esso collegato, con destinazione multifunzionale (sala conferenze, spazio espositivo, eventuali uffici provvisori), in previsione degli utilizzi sopra delineati. Tale fabbricato di nuova realizzazione, costituito da un corpo principale e da un corpo servizi entrambi sollevati da terra per minimizzare l'impatto negativo di un'eventuale esondazione; il corpo principale, che consiste in un'unica grande sala, è sorretto da quattro piloni, il corpo servizi da un solo pilone centrale che funge anche da contenitore per gli scarichi fognari. I pilastri in calcestruzzo armato portano due piattaforme a sbalzo, anch'esse in c. a., dalle quali spiccano le strutture verticali in carpenteria in metallica che sostengono i due tetti, anch'essi realizzati in acciaio. I nuovi corpi di fabbrica sono stati configurati con un linguaggio compiutamente contemporaneo, che ne chiarisse la distinzione con l'edificio preesistente.
    Le pareti perimetrali sono state realizzate con un sistema di telai e pannelli di legno, rivestite all'esterno con lamiera metallica ondulata verniciata di rosso; alcune grandi vetrate mettono in comunicazione gli spazi interni con il contesto in cui sono situati – la vecchia centrale, il giardino oggetto di risistemazione, il paesaggio montuoso circostante. I due corpi sono caratterizzati inoltre da contropareti in doghe di legno di pino che nel caso del corpo principale si configurano come brise-soleil a passo variabile, lasciando intravvedere sia il rosso delle pareti sia le vetrate, mentre nel caso del corpo servizi costituiscono un rivestimento continuo. L'utilizzo del legno avvicina il linguaggio contemporaneo del nuovo edificio alle tradizioni costruttive locali e all'immagine consolidata dell'architettura alpina. All'interno è stata posta particolare cura nel comfort acustico e nella flessibilità delle dotazioni impiantistiche, capaci di servire al meglio le diverse funzioni che la sala potrà ospitare.
    I nuovi fabbricati sono accessibili dalle aree esterne tramite una scala, realizzata in carpenteria metallica  e  appesa alle travi di copertura, e un ascensore appositamente realizzato, contenuto in un cilindro di calcestruzzo armato, e sono collegati all'edificio preesistente per mezzo di una passerella metallica; tale passerella prosegue in un percorso sospeso, realizzato anch'esso in carpenteria d'acciaio, che permette di raggiungere il vecchio canale di adduzione e la sala di carico della turbina sia per motivi di manutenzione che per eventuali visite pubbliche.
    Il progetto ha riguardato anche la sistemazione delle aree esterne di pertinenza della centrale, dotate di aree a parcheggio, percorsi pedonali pavimentati, spazi verdi, nuove piantumazioni e di una barriera contro le ondate di piena configurata sulla base di una consulenza geologica e idrologica e integrata nel disegno complessivo.

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London Public Library
  • London Public Library

  • London Public Library
    Concorso

    Localizzazione: Londra

    Anno: 2015
    Progettisti: Matteo Lavarello (capogruppo), Antonio Lavarello, Marta Lavarello, Niccolò Poggesi

    Nell'Europa del 2015 un edificio pubblico deve essere semplice da costruire e da utilizzare, poco costoso, disponibile ad un uso intenso e variabile nel tempo; tra i pochi lussi che esso può concedersi vi sono la generosità dello spazio e una sobria monumentalità che ne chiarisca il ruolo nell'ambito della società al servizio della quale esso si pone. In una biblioteca l'ampiezza dello spazio serve a due scopi: a raccogliere testi (libri cartacei e in formato digitale, tracce audio e video) e ad accogliere un elevato numero di persone che possano venire in contatto con tale deposito di informazioni. Una biblioteca è uno spazio pubblico in senso più generale: come tale essa deve favorire l'incontro tra gli utenti che la frequentano; l'incontro è la condizione perché il patrimonio di informazioni venga non solo consultato ma anche condiviso. La raccolta e l'incontro conducono a due immagini complementari, apparentemente separate da un vertiginoso salto di scala: lo scaffale e la piazza, ai quali si ispira il presente progetto.

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Padiglione espositivo per turbina elettrica
  • Padiglione espositivo per turbina elettrica

  • Padiglione espositivo per turbina elettrica dismessa
    Incarico diretto. Studio di fattibilità, progetto preliminare.

    Localizzazione: Aosta, località Saumont
    Anno: 2014
    Progettisti: Matteo Lavarello, Antonio Lavarello.
    Collaboratori: Niccolò Poggesi, Benedetta Vaccari
    Strutture: Aldo Signorelli

    Una vecchia turbina, appartenente al passato industriale di un'antica cooperativa ancora oggi in attività, è stata restaurata per essere mostrata al pubblico in visita alla centrale elettrica di Saumont, risalente al 1911. Il progetto prevede la localizzazione della turbina negli spazi esterni della centrale, integrata nel sistema di percorsi di accesso e visita e la realizzazione di un piccolo padiglione che la protegga dalle intemperie e ne valorizzi la presenza. Le soluzioni formali adottate per il padiglione – struttura in acciaio, lamelle di larice sagomate – riprendono quelle già utilizzate per l'ampliamento a scopo culturale della centrale elettrica, anch'esso progettato dallo Studio Lavarello.

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